SENTIRSI A CASA

NATURALIZZARE L’ARCHITETTURA

La pietra naturale appartiene da sempre alla storia del costruire dell’uomo ma forse oggi più che mai rivestire in pietra appare tematica d’attualità in grado di rispecchiare e promuovere appieno i nuovi canoni etici ed estetici dell’architettura contemporanea.
La sostenibilità è da decenni aspetto cruciale del costruire divenendo al contempo potenziale espressivo per architetti e paesaggisti di tutto il mondo impegnati oggi nel trovare soluzioni ambiziose ed innovative che interpretino la nuova diffusa sensibilità green.

Dapprima sono stati alcuni progetti capostipiti con il merito di aver mostrato nuovi possibili modi di abitare ad aver permesso un primo fondamentale balzo in avanti, si citano:

Fallingwater – Stewart, United States (Frank Lloyd Wright) 1939

Capostipite dell’architettura organica, la Casa sulla Cascata promuove un’armonia tra lo sviluppo naturale del terreno e la costruzione artificiale, che si riscontra anche nella scelta dei materiali lapidei e lignei in un intervallarsi di piani orizzontali e verticali.

Casa de Retiro Espiritual – El Ronquillo, Spain (Emilio Ambasz) 1975

Prima architettura in ambito privato che si impegna a tradurre in forma architettonica un’esperienza spirituale incentrata sulla meditazione e sul rapporto con la natura.

Anche recenti architetture hanno il merito di aver interpretato con nuovi e contemporanei linguaggi il tema di una architettura naturalizzata:

Villa Vals – Vals, Switzerland (SeARCH + CMA) 2009

Detta anche The Hole (il buco) la casa è ipogea, nascosta nel pendio alpino si sviluppa intorno ad un patio centrale tramite un’ampia facciata di pietra e vetro.
Una grotta contemporanea tra rifugio e casa che evoca un assoluto senso di protezione tra le mura domestiche ed un diretto rapporto con la natura tra accurati materiali costruttivi, luce naturale e scorci visivi.

Meera House - Singapore (Guz Architects) 2010

Una sorta di Babilonia contemporanea con giardini pensili e bacini d’acqua in un continuum di spazi tra interno ed esterno.
La composizione a layer della casa consente lo sfruttamento su livelli articolati con superfici planari e curve ricoperte da manto erboso e arbusti o riempite con acqua.

Garden and House – Tokyo (Ryue Nishizawa) 2013

Nella Tokyo sovraffollata, il vivere in spazi ristretti si coniuga perfettamente con il contatto di un verde privato in un progetto in cui la sottrazione e l’assenza plasmano il costruire.

House for Trees - Tan Binh District, Vietnam (VTN Architects) 2014

Cinque blocchi rivestiti in pietra locale lavorata a corsi ad evocare vasi in cartone dalla cui sommità sbucano alberi.
Le abitazioni offrono uno stile di vita tropicale in coesione con la natura, anche grazie alla corte interna su cui ciascun blocco si apre attraverso porte vetrate e finestre che garantiscono illuminazione naturale e ventilazione, le facciate verso l’esterno celano e proteggono gli spazi dell’abitare.

Giardini verticali, coperture verdi, strutture componibili in legno, rivestimenti in pietra a spacco e materiali naturali grezzi permettono la concretizzazione di interessanti progetti che rispecchiano stili di vita eco-sostenibili, dove l’idea di vivere in una città moderna non prescinde più da quella dell’abitare la natura.

Molte nazioni si stanno muovendo in questa comune direzione, promuovendo e sostenendo progetti in cui l’architettura non è più al solo servizio dell’uomo ma anche dell’ambiente e dove la progettazione di spazi di vita per gli esseri umani diventa ricerca di nuove soluzioni che favoriscano lo sviluppo della biodiversità.

Rinaturalizzare le nostre città per dar vita alla città del domani, dalla conversione delle aree più degradate fin alle piazze del centro: gli spazi urbani tra pubblico e privato si stanno rinverdendo e il volto delle città sta cambiando.

Fukuoka Prefectural International Hall – Fukuoka, Japan (Emilio Ambasz) 1995

La prosecuzione del giardino dal pian terreno alle gradinate forma terrazzamenti accessibili al pubblico direttamente dalla strada: una soluzione innovativa al sentito problema non solo giapponese dell’aumento dello spazio urbano edificabile a scapito del verde pubblico.
Ciò che l’architettura sottrae alla natura attraverso l’occupazione territoriale viene restituito sotto forma di giardino pubblico: una collina artificiale, un’architettura abitata dal verde.
Il volume cilindrico centrale racchiude uno spazio vuoto illuminato dall’alto che si trasforma in una grande serra con funzione di climatizzazione naturale degli spazi interni adibiti ad uffici.

Parkroyal on Pickering Hotel – Singapore (Woha Architects) 2013

Lo sviluppo continuo dello spazio verde dal livello terra ai piani superiori delinea un’architettura sinuosa adornata con piante tropicali e giardini pensili.
La conformazione naturale delle rocce ispira lo sviluppo di superfici continue in una sorta di stratificazione verticale.
Il connubio tra naturale ed artificiale coinvolge anche la configurazione degli ambienti e degli arredi interni permettendo la vista da ogni camera sullo spazio verde, protagonista assoluto del costruire architettonico.

One Central Park – Chippendale, Australia (Ateliers Jean Nouvel) 2014

Un proseguimento del parco pubblico da terra fino al cielo attraverso piante rampicanti e vegetazione che non solo restituiscono l’idea di un giardino verticale ma hanno anche funzione di schermatura degli ambienti interni dall’irraggiamento solare diretto.

HUA, Hualien Residences – Hualien, Taiwan (BIG Architects) under construction

Il verde nella grigia Hualien assume le forme di una stratificazione artificiale che suddivide il terreno in fasce edificabili poi estruse verso l’alto, un esercizio progettuale che ricorda i versanti di una collina.

Bioarchitettura, architettura archibiotica, agricoltura e verde urbano, sono alcuni dei termini in voga che vengono associati ad un nuovo modo di progettare e di edificare volto alla naturalizzazione delle superfici e dell’architettura stessa mediante un ampio e innovativo impiego di elementi naturali che divengono i veri protagonisti del costruire.

Tale modello mira a ridurre l’impronta umana sotto ogni punto di vista e saldare il debito ecologico che l’uomo ha contratto nei confronti di un pianeta per troppo tempo strattonato. Un riequilibrio tra forze della natura e forze umane per una città a misura d’uomo la cui più grande ricchezza è la capacità di aprirsi alla dimensione della natura, salvaguardandone l’esistenza e favorendone l’espansione, migliorando al contempo la qualità della nostra vita.

Liuzhou Forest City – Liuzhou, China (Stefano Boeri Architetti) 2016-2020

Un modello di città “verde” totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico dove natura e costruito si fondono per coniugare le esigenze dell’abitare alla salvaguardia dell’ambiante.
Una città-foresta in cui ogni edificio é eco-sostenibile e connesso in sistema per la produzione di energia solare e geotermica atta a soddisfare il fabbisogno energetico delle unità abitative, degli spazi pubblici, dei veicoli elettrici in circolazione e della linea ferroviaria veloce per i collegamenti a lungo raggio.

E’ dunque arrivato il tempo che questo nuovo modello eco-sostenibile coinvolga anche le architetture comuni e le nostre abitazioni, dimostrando che abbiamo riconosciuto appieno l’utilità, la bellezza ed il valore emotivo dell’abitare la natura.

Lasciamo dunque che la pietra e gli elementi della natura entrino nelle nostre abitazioni migliorando la qualità della nostra vita e del mondo che ci circonda.

Matteo Gaverini
gennaio 2019

Di seguito alcuni esempi di architetture residenziali contemporanee, sostenibili, che integrano pietra ed elementi della natura da blog e siti internet di riferimento:

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